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Lascia Che Il Cristo Determini La Tua Giornata

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 18 dicembre 2023

Originariamente pubblicato sul numero del 27 novembre 2023 del Christian Science Sentinel


L’apostolo Paolo, mentre sollecita i suoi ascoltatori a contestare e a vincere il modo di pensare materialistico attraverso la “lotta” spirituale, ci esorta a rendere “sottomesso ogni pensiero all'ubbidienza di Cristo” (2 Corinzi 10:5). Non parla di alcuni pensieri, ma di ogni pensiero. Cosa significa? Perché è importante ubbidire a questo insegnamento, e come possiamo farlo?

Se prestiamo attenzione a quello che pensiamo durante l’arco della giornata, scopriamo che ci arrivano miriadi di pensieri. Alcuni sono buoni e utili, mentre altri sono carichi di paura, frustrazione o rabbia. Allora ci domandiamo: “Qual è l’origine di questo tipo di pensieri?” Così come Paolo distingue tra “la mente carnale” (Romani 8:7), che lui condanna, e la “mente del Cristo” (I Corinzi 2:16), che lui comprende essere superiore,   “potenza di Dio e sapienza di Dio”, (I Corinzi 1:24),  similmente la Scienza Cristiana afferma che la Mente divina, la Mente che Cristo Gesù espresse, è la vera e unica Mente e che l’uomo è il riflesso di Dio; insegna che la mente carnale o mente mortale è un concetto sbagliato di Dio e dell’uomo, l’esatto opposto, della Mente che è Dio.

Dal momento che Dio è buono, i pensieri che sono buoni sono reali e vengono da Dio. I pensieri che non sono buoni sono irreali, errati e dunque non hanno il potere di danneggiarci, fintanto che stiamo in guardia e proteggiamo la nostra coscienza dalla loro entrata.

Il lavoro di sorvegliare i nostri pensieri per determinare a quali permettere di entrare non è una semplice tecnica umana. È l’attività dell’amore di Dio e la nostra reazione a quell’amore  come espresso qui: “Noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo” (I Giovanni 4:19). Questo giunge al cuore della questione di cosa è il Cristo, la vera idea di Dio che entra nella coscienza umana, dimostrando l’amore profondo che Dio ha per noi. 

Gesù con le sue parabole e Paolo con i suoi trattati ci insegnano che ciò che accettiamo nella nostra “casa mentale” è importante e che ognuno di noi nella propria vita può riconoscere che i propri pensieri determinano ciò che viviamo. Paolo descrive questo conflitto spirituale contro “le opere della carne” (includendo idolatria, inimicizie, contese e invidia) e dichiara che “coloro che fanno tali cose non erediteranno il regno di Dio”.  Quindi elenca le qualità di Dio opposte alle precedenti come l’amore, la gioia, la gentilezza e così via: “Contro tali cose non vi è legge” (Galati 5:19-23). Questo conferma il rapporto fra il pensiero e l’esperienza e dimostra che l’impegno nel conflitto spirituale, facendo appello alla legge divina, ci permette di “ereditare il regno”.

Nel Sermone sul monte, Gesù spiega come monitorare i nostri pensieri e come disciplinarli. Ci dà specifici e numerosi esempi di cosa ammettere nella nostra coscienza e cosa escludere. Tali insegnamenti accompagnati dalle guarigioni spiegano chiaramente che la nostra coscienza, non gli eventi materiali che ci circondano, determinano la nostra esperienza e che la vera causa è in Dio. Nella misura in cui riusciamo ad allineare il nostro pensiero con la Mente divina che Cristo Gesù dichiarò essere la sua, noi ripudiamo i pensieri e le credenze mortali e tutti gli effetti visibili che ne derivano, e di conseguenza viviamo in armonia e salute.

Non è forse capitato alla maggior parte di noi, in un momento o in un altro, di farci trascinare dalle tendenze generali del pensiero mortale a credere di essere alla mercé di “leggi” materiali per la salute, accettandole come calamità “normali” e inevitabili, oppure di sentirci offesi per qualcosa fatto o non fatto da altri e arrivare quindi a criticarli o condannarli per quanto subìto? Mary Baker Eddy, la scopritrice della Scienza Cristiana, ci insegna come sorvegliare diligentemente la porta della nostra coscienza per ammettere l’ingresso solo ai pensieri divini.  

Calvin Hill, una delle persone che vivevano nella casa di Mary Baker Eddy, ricorda che una volta gli disse in sostanza: “La prima cosa che faccio alla mattina quando mi sveglio è dichiarare che non ho altra mente che la Mente divina, ne divento completamente consapevole e mi attengo ad essa per tutta il giorno; allora il male non può toccarmi” (da We Knew Mary Baker Eddy: Expanded Edition, Vol. 1, pag. 353).

Se mettiamo in pratica con costanza, ogni mattina e durante tutto il giorno, quanto asserito sopra, impostiamo la nostra giornata nella nostra coscienza come la giornata di Dio, prima di venir trascinati dentro a pensieri, credenze e possibili scenari immaginari della mente mortale. Questa non è l’attività di due poteri in lotta. Piuttosto, è l'onnipotenza dell’Amore divino che dimostra l’impotenza e l'irrealtà del male, e l’onnipresenza e la realtà del bene.

Anche se ci svegliamo la mattina con pensieri negativi e paure, che certamente non vengono da Dio, possiamo mettere subito in pratica la disciplina spirituale di Mary Baker Eddy come descritto. Possiamo rigettare i pensieri falsi, dissimili da Dio e ammettere solo i fatti che provengono da Dio in obbedienza al Cristo. Come l’autrice scrive in Scienza e Salute con Chiave delle Scritture:  “Quando comprenderemo pienamente la nostra relazione con il Divino, non potremo avere alcun'altra Mente che la Sua — nessun altro Amore, nessun'altra saggezza, o Verità, nessun altro senso di Vita, né alcuna consapevolezza dell'esistenza della materia o errore” (pp. 205-206).  

L’affermazione di questa verità genera armonia e guarigione immediatamente, inoltre ci permette di vivere la profezia di Gesù: “Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me” (Giovanni 12:32). Nella misura in cui eleveremo il Cristo nella nostra coscienza, esprimeremo verso gli altri l’amore cristico che include tutta l’umanità nel suo abbraccio e anche loro saranno attratti dal Cristo, la coscienza guaritrice del bene supremo.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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